Torchiara

La storia della piccola comunità di Torchiara s’iscrive nella tipologia degli eventi coinvolgenti tutta la Baronia del Cilento con i frequenti passaggi di proprietà da un feudatario all’altro.

Nel 1535 l’ultimo principe di SalernoFerrante Sanseverino, vendette questo feudo per ducati 5500 a Francesco De Ruggiero di Salerno. Il feudo rimase ai De Ruggiero, attraverso i discendenti, fino al 1598 quando, insieme con quello vicino di Copersito, fu venduto a Marfisia del Vecchio, moglie di Alessandro De Conciliis: rimase in possesso dei baroni De Conciliis nei secoli seguenti fino agli inizi del 1800.

Nel XIX secolo Torchiara ha dato il suo contributo ai moti insurrezionali che cercavano di sbalzare dai loro troni i grandi, medi e piccoli monarchi per creare l’unità d’Italia

 

Nel 1848 Torchiara fu considerata dalle autorità “covo dell’insurrezione” tanto che fu allestita una nave per portare ad Agropoli un battaglione di soldati con il compito di “porre a dovere il circondario di Torchiara”. Un funzionario borbonico riferiva che “la principale riunione dei rivoltosi era la taverna di Sant’Antuono”.

Il suo massimo splendore

Torchiara ebbe per circa un secolo un prestigioso ruolo amministrativo. Nel 1807, con l’introduzione del codice napoleonico, il Regno delle Due Sicilie fu frazionato in dieci province suddivise in distretti e circondari, strutture di carattere territoriale intermediarie tra la Provincia e i singoli comuni. Per la sua centralità territoriale, dal 1811 a Torchiara fu affidato il ruolo di capoluogo del circondario appartenente al Distretto di Vallo, che riuniva Agropoli, il comune più piccolo, Prignano CilentoCiceraleLaureana CilentoRutino e Ogliastro Cilento.

Dal 1860 al 1927, durante il Regno d’Italia divenne capoluogo dell’omonimo mandamento appartenente al Circondario di Vallo della Lucania. Con l’abolizione dei circondari, declina il ruolo amministrativo di Torchiara e via via nel corso degli anni si assiste al trasferimento dei vari uffici in altre località, la Pretura a Vallo della Lucania (con conseguente chiusura dei locali del carcere), l’Ufficio del Registro ad Agropoli.

Il paese era ed è diviso in due parti, una Soprana ed una Sottana. I vari toponimi si riferiscono ai proprietari locali (Li Pavoni, Li Gaifieri, Li Ciota, Li Galvani, Li Vacchiani, etc.) o alla località (la Croce, le Case bianche, il Serrone). I quartieri più popolati erano: Anzilia, li Rizzi e il Casale.

da visitare

I caratteristici centri storici di Torchiara e Copersito propongono tipologie edilizie tipiche varie dall’architettura rurale minore agli edifici nobiliari del XVIIXVIII secolo d.C. ed edifici religiosi del XII secolo, ricchi di elementi architettonici e decorativi, e contenenti importanti opere d’arte.

Tra questi prestigiosi edifici ricordiamo in particolare:

per Torchiara: il Palazzo Pavone, il Palazzo Glielmi (poi Brugnola) del XVII secolo ed il Palazzo Torre (XVI secolo) all’estremità ovest, la Chiesa del SS.Salvatore (XII secolo) e Torre Mangoni (XVIII secolo) all’estremità est, la Chiesa di S.Bernardino (XV secolo) ed il Palazzo Baronale De Conciliis (XVI secolo) nella parte posta più a sud.

Per Copersito: il Palazzo De Vita, il Palazzo Albini (XVII-XVIII secolo), il Palazzo Mangoni ed il Palazzo Siniscalchi all’estremità sud-est, la Chiesa di S. Barbara ed il Palazzo De Feo (XVI secolo) nella zona centrale, il Palazzo De Vita e la Cappella di S.Giuseppe (XV secolo) all’estremità nord-ovest.

 

 

La Chiesa del SS.Salvatore a Torchiara, risalente al 1100, è costituita da tre navate, lungo le quali, inserite in nicchie adornate di stucchi, accanto a statue in legno o gesso di fattura recente, sono statue e busti lignei, riferibili al XVII e XVIII secolo.