Donatella Marino
” Perché ve le dovete mangiare solo voi?” disse Carlo Petrini, quando con Vito Puglia assaggiò le alici di Menaica che una cuoca, Donatella Marino; dalle mani d’oro aveva preparato nel suo ristorante a Marina di Pisciotta.
Correva l’anno 2000 e quello su l’incipit di una lunga storia d’amore che lega indissolubilmente Donatella Marino, che allora cucinava nel suo ristorante sul lungomare , e le alici di Menaica, dopo diventate il primo presidio slow food della regione Campania.
A guardarla dal mare, Marina di Pisciotta si riconosce dal borgo medievale alle spalle, che sorge su una collina tondeggiante. Un luogo dal fascino senza tempo, dove i pescatori praticano ancora l’antica pesca delle alici con la Menaica.
E’ qui che vent’anni fa Donatella Marino decide di spegnere i fornelli della cucina del suo ristorante e insieme al marito Vittorio, aprire un laboratorio di trasformazione e vendita delle alici di Menaica.
L’antica arte della salatura delle alici di menaica ,una tecnica che consiste nel calare delle reti a maglia larghe nelle quali solo le alici più grandi e adulte restano impigliate.
Una pesca ancora artigianale e sostenibile , praticata da pochissimi a Pisciotta.
L’azienda che da poco si è trasferita a San Marco di Castellabate, produce tre tipi di tonno sott’olio, l’alalunga, l’alletteranno e l’albacares, lavorati in modo artigianale e come la tradizione di famiglia insegna.
Protagoniste le alici di Menaica sotto sale, ma anche le alici marinate , la colatura di alici, il paté di tonno e l’olivata, una crema di olive. Infine Donatella Marino realizza anche tre tipi di sughi rossi con il pesce, ricordando i tempi passati ai fornelli.
Oggi in azienda lavorano anche Serena e Marco, i figli di Donatella e Vittorio, e a quanto pare buon sangue non mente
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